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Di stabilimenti balneari in Italia: da élite al boom

2021-08-05 10:38

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Storia,

Di stabilimenti balneari in Italia: da élite al boom

La prima diffusione del termine stabilimento balneare si ebbe tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo ma faceva riferimento prevalentemente a strutture



La prima diffusione del termine stabilimento balneare si ebbe tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo ma faceva riferimento prevalentemente a strutture poste presso località termali. Un ricordo lo si ha nelle denominazioni antiche di località italiane come Bagni di Montecatini, ora Montecatini Terme, e Trescore Balneario. Nella seconda metà dell'Ottocento iniziano a diffondersi le prime strutture sulle spiagge marine. In una prima fase, in ossequio ai costumi dell'epoca che imponevano riservatezza alle donne in abbigliamento da bagno, si trovarono cabine montate su ruote per permettere alle donne di calarsi direttamente in acqua. A poco a poco si diffusero strutture balneari in molti luoghi d'élite come Monaco, il Lido di Venezia, Ostenda, Scheveningen, Sellin, Kühlungsborn, San Sebastián, Blackpool.


Il primo vero stabilimento balneare in Italia sembra nacque a Viareggio nel 1827, in seguito sorse a Rimini lo "Stabilimento privilegiato dei Bagni Marittimi" (1843), sulla scia del quale si attrezzarono aree analoghe sulla riviera romagnola, e poi ne spuntarono altri a Livorno (1846), al Lido di Venezia (1857), sulla costa ligure e in città di mare come Napoli e Palermo. 



Andando avanti con gli anni arriviamo agli esempi delle "Rotonde sul Mare" Anni 20: Ostia Stabilimento balneare Roma, caffè ristorante e sala da ballo. Con questa insegna lo stabilimento Roma accoglieva i bagnanti. Era un’enorme struttura costruita nel 1924/25 in legno e cemento armato, si trovava in mezzo al mare, collegata alla spiaggia da un lungo pontile.All’epoca si trattava della più grande costruzione di questo genere: fu realizzata dall’architetto Giovan Battista Milani la Rotonda di Ostia che era forse la più grande d’Italia.
Queste costruzioni in Italia furono chiamate appunto Rotonde a mare ed ebbero un successo immediato non tanto come centro terapico ma come luogo d'incontri e divertimento, un luogo modernissimo in cui trascorrere le giornate al mare, dotato di cinema, campi da tennis oltre che i normali servizi da spiaggia. E le famose tende Roma: classici ombrelloni da mare ai quali era stato applicato un telo laterale in modo da formare un riparo ombroso e discreto.
Da lontano si notava subito la grossa cupola che si stagliava in mezzo all’acqua e per questo i romani lo ribattezzarono il Panettone. Il complesso divenne uno dei centri principali della vita mondana del litorale. Fu distrutto nel dicembre del 1943 dai bombardamenti dei tedeschi in ritirata

Gli italiani, però, cominciarono davvero a frequentare le spiagge solo durante il fascismo, tanto che tra i fan del mare figurò anche Benito Mussolini. Il regime diede anche grande risalto alle colonie marine, gestite dall'Opera nazionale maternità e infanzia allo scopo di irrobustire la gioventù fascista con attività fisiche e ricreative.


Il turismo balneare per tutti gli italiani arrivò solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, dopo i faticosi anni della ricostruzione, sulla scia del "miracolo economico" degli anni Cinquanta e Sessanta, quando l'agosto italiano si trasformò nel mese dell'esodo estivo: un fenomeno tipicamente nostrano, nato con le chiusure delle grandi fabbriche, Fiat in testa, e del loro indotto. A bordo delle mitiche 500 e Seicento, con tanto di ombrellone, sdraio e provviste varie stipate sul tettuccio, le famiglie italiane intasavano le prime autostrade per raggiungere le agognate spiagge lungo gli oltre 7.000 chilometri di litorale, ormai ricoperto da migliaia di stabilimenti balneari (alcuni fra questi divennero iconici, come la "Rotonda a Mare" di Senigallia, completata nel 1933 ma resa famosa dalla canzone di Fred Bongusto del 1964 o il "Kursaal" di Ostia, ripreso nel film di Federico Fellini I vitelloni, 1953).




Cagliari, Rimini, Riccione, Portofino, Forte dei Marmi, Mondello e Capalbio: furono le città balneari italiane a guidare la crescita del settore turistico, attirando sia la clientela interna sia quella estera. 


Il turismo balneare in Italia oggi con i suoi circa 7.500 km di costa è sicuramente uno dei cardini dell'economia nazionale, capace di generare circa il 13% del prodotto interno lordo: Puglia, Sicilia e Sardegna continuano a essere al top nella graduatoria delle preferenze, seguite dalle isole minori. Dalla qualità dei servizi turistici offerti ai prezzi assolutamente competitivi rispetto la media europea, dalla varietà delle soluzioni ricettive proposte alle innumerevoli opportunità di svago dei nostri territori marini, montani, termali, culturali ed enogastronomici, la vacanza in Italia continua infatti a rappresentare un must per il turista.




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