Anche la storia dell’arredamento coincide con quella dell’uomo che nell’abitare le proprie dimore si è circondato di utensili, suppellettili e mobili prodotti della sua creatività con finalità pratiche, la cui costruzione riflette le conoscenze scientifiche e tecnologiche del tempo e all’estetica delle civiltà a cui siamo appartenuti. Le più antiche notizie riguardo il primo utilizzo di mobili risale ai popoli mesopotamici (dal 3.500 a.c. al 539 a.C). Dai bassorilievi di quell’area si può vedere come l’uso di mobilio pregiato fosse esclusivo di una stretta cerchia di ceti dominanti. Per la lavorazione di questi elaborati mobili in legno era già impiegata la tecnica del tornio, importata successivamente in Egitto. L’Egitto fu uno dei primi centri di produzione di mobili. L’elegante produzione degli artigiani egizi adornava le case degli aristocratici e le loro tombe una volta morti. All’interno delle tombe sono stati ritrovati sgabelli, sedie e letti. Nella tomba del Faraone Tutankhamon, scoperta nel 1923, furono rinvenuti tanti di questi arredi oltre a trenta casse impiallacciate e intarsiate.

La Cina fu il più grande centro di ebanisteria dell’Estremo Oriente. Nelle tombe della dinastia Han (202 a.C. – 220 d.C.), furono ritrovate delle miniature di mobili: diversi modelli di sedie, armadi, tavoli e cofani, nelle forme profondamente diverse da quelle occidentali: predomina la linea ondulata e la decorazione è costituita soprattutto da intagli limitati in piccole zone del mobile. Come testimoniato dai ritrovamenti archeologici e dalle descrizioni di Omero, gli antichi Greci preferivano invece arredi dalle linee funzionali poco elaborati nella decorazione. Al contrario pareti e soffitti, soprattutto quelli presenti all’interno delle abitazioni delle classi più agiate, erano fastosamente decorate. Buona parte dell’arredo delle case greche venne adottata in Italia dagli Etruschi prima e dai Romani dopo. A Roma, le case patrizie, dall’età augustea in poi, divennero tra le più ricche e sfarzose del mondo antico. Contrariamente a quanto accade nelle nostre case contemporanee, in cui l’aspetto neutro delle pareti mette in risalto l’arredo, nelle case dei patrizi romani, l’uso di mobili poco appariscenti era funzionale al godimento visivo delle decorazioni della casa.


La produzione di arredamento nel Medioevo coincide con l’affermarsi dell’aristocrazia e della ricca borghesia cittadina. L’incremento della produzione di mobili fu così importante che gli artigiani si organizzarono in corporazioni. L’arredamento delle case, diversamente dagli edifici architettonici, era molto essenziale, adatto all’uso quotidiano della vita frugale del periodo: panche, un tavolo, una madia, un cassone. Solo dopo l’epoca dei regni barbarici però, intorno alla metà del XII secolo, si assistette al rifiorire delle attività commerciali e ad una stabilizzazione socio-economica. In Italia, l’istituzione dei Comuni e delle Signorie posero le basi per la nascita di una nuova classe borghese. Chiese e monasteri favorirono la diffusione di tipologie di mobili fissi e dalle funzioni specifiche. La cosiddetta “arte lignaria” fu esclusiva attività dei laboratori artigianali legati ai cantieri delle grandi cattedrali nelle cui architetture già cominciava a delinearsi il nuovo stile gotico. Si può affermare che l’arte di costruire mobili, nacque in Italia in pieno Rinascimento periodo in cui le mutate condizioni socio-economiche consentirono il fiorire di una borghesia mercantile, le cui possibilità economiche permettevano di emulare i fasti dell’aristocrazia: grandi palazzi cittadini divennero le sedi stabili della vita agiata della ricca classe borghese e grazie a questi nuovi committenti e alle nuove esigenze abitative nacquero i mobili d’arredamento così come oggi sono concepiti. Da questo punto in poi dal Barocco allo stile Luigi XIV, dal Rococò allo stile inglese abbiamo un susseguirsi di epoche e di sviluppi di arredamento: stile Biedermeier, Impero, Liberty, Decò. Fino agli inizi del XIX la produzione dei mobili era ancora artigianale, ma con la diffusione delle prime macchine a vapore cominciò la vera produzione meccanizzata degli arredi. Nel 1925 il fondatore architetto tedesco Walter Gropius del Bauhaus, la scuola di architettura e design fondata a Weimar nel 1919, scriveva: “II Bauhaus vuole contribuire allo sviluppo di un modo di abitare al passo con i tempi: i suoi interessi vanno dalla semplice suppellettile all’abitazione completa. Nella convinzione che casa e suppellettili debbano stare tra loro in un rapporto più significativo, il Bauhaus cerca, con un sistematico lavoro di ricerca, di trovare – nella teoria e nella prassi, in campo formale, tecnico ed economico – la ” forma” di ogni oggetto a partire dalle sue funzioni e dalle sue determinazioni naturali […] Una cosa è determinata dalla sua essenza. Per darle forma in modo che funzioni adeguatamente – sia essa una casa, una sedia, o un recipiente – deve prima studiarsi la sua essenza; essa deve infatti realizzare completamente il proprio scopo, vale a dire adempiere praticamente alle proprie funzioni ed essere durevole, economica e bella.” Uno dei più influenti e conosciuto architetti del XX secolo fu Le Corbusier (1887 -1965), esponente del movimento razionalista. E arriviamo piano piano nel pieno Novecento e ai giorni nostri con l’espressione “design italiano” con cui facciamo riferimento a tutte le forme di disegno industriale inventate e realizzate in Italia, compresa la progettazione di interni, la progettazione urbana, il design della moda e la progettazione architettonica. Dopo la fine della 2° Guerra Mondiale vi è la vera rinascita: nel 1946 la Triennale di Milano organizzò la mostra RIMA (Riunione italiana per le mostre di arredamento), dove giovani architetti impegnati nella progettazione di singoli arredi o alloggi tipo furono invitati a partecipare per rilanciare settore e nazione. Nascono così collaborazioni per design e trasporti, design e elettrodomestici, design e complementi d’arredo, nasce il “made in Italy”, il “Bel design italiano” che ci porta tra alti e bassi, crisi e ripartenze ad essere ancora oggi emblema di uno stile unico in tutto il mondo.


Achille Castiglioni con la sua Arco E in questa lunga storia umilmente e ardentemente vogliamo inserirci anche noi con OMBRA DESIGN, consapevoli del grande potere della tradizione del passato e rivolti con lo sguardo verso le nuove tecnologie del futuro.
In questa storia si inserisce oggi anche l'arredamento da esterno, outdoor, per giardino (abbiamo vari modi per chiamarlo) che è la serie degli elementi di arredo disposti nelle aree esterne di case o palazzi per una duplice funzione: quella prettamente estetica (ossia abbellire secondo il gusto architettonico del tempo) e quella funzionale per migliorare la comodità. Sicuramente anche l'usanza di dotare le aree esterne di tali elementi si perde nella notte dei tempi. È noto infatti che fin nell'antichità si utilizzassero manufatti d'arredo (quali fioriere o fontane) realizzate prevalentemente in pietra da parte di una piccola élite in grado di poterne sostenere i costi. Anche qui con l'avvento dell'era industriale e della possibilità di replicare in serie a prezzi sempre più contenuti tali prodotti, l'attenzione per il proprio giardino iniziò a coinvolgere sempre più persone fino ad arrivare all'epoca odierna, nella quale quasi tutti coloro che vivono in abitazioni dotate di un'area esterna li utilizzano. Varie possono essere le classificazioni degli elementi di arredo: in base al materiale utilizzato per produrli (pietra, legno, acciaio, calcestruzzo, argilla o pvc); in base alla destinazione d'utilizzo (tavoli e sedie, veri e propri salotti, gazebi, ombrelloni, fontane, fioriere, lavandini o lavatoi, pergolati ecc.) ed infine in funzione dello stile architettonico (neoclassico prevalentemente in pietra o calcestruzzo, liberty in ferro battuto, country-chic in legno o suoi derivati, fino ad arrivare allo stile "minimal", oggi molto di moda, che utilizza un mix di materiali in grado di permettere la realizzazione di forme lineari e minimalistiche con colorazioni di tendenza).

