L’uomo ha sempre avuto il bisogno naturale di proteggersi dal sole, dal vento e dalle intemperie e la storia delle tende e dei loro tessuti inizia dal periodo Neolitico per arrivare ai giorni nostri. Col passare del tempo l’attività di tessitura diventò sempre più un segno di riconoscimento di famiglie e di laboratori artigianali, fino ad arrivare al periodo dell'Impero romano in cui i tessuti arrivavano dalle terre mediterranee o dall’Oriente. Con il crollo dell’impero la lavorazione dei tessuti diventò un mestiere d’alto rango e le corporazioni medievali ne custodirono gelosamente i segreti facendo diventare l'Italia la capitale della produzione tessile. I migliori tessuti vengono commercializzati principalmente a Firenze che aveva un vasto assortimento di materie prime. E' poi nel Seicento con il Barocco che il tendaggio tocca il momento del suo massimo splendore: gli artisti sarti e tappezzieri non solo ricercano ed utilizzano tessuti preziosi come la seta, il barocco, il taffetà, il damasco, satin, i velluti ecc… ma incastonano al loro interno anche dei metalli per impreziosire la tenda cui oro e argento. Dal Settecento le tende diventano adornamento necessario di ogni villa o reggia (basti ripensare alla reggia del Re Sole a Versailles). Ovviamente la Rivoluzione Industriale portò grandi cambiamenti nel settore tessile e a Joseph-Marie Jacquard si deve l’invenzione del telaio che permetteva l’esecuzione di complessi disegni e inizia così la produzione in serie dei tendaggi. Oltre alle tende da interno sono sempre esistite anche le tende da esterno da sole e anche qui sin dai tempi antichi l'uomo ha sentito la necessità di ripararsi dai raggi troppo violenti del sole. Un particolare uso era il velarium, adoperato in particolare negli anfiteatri romani: una copertura mobile in tessuto composta da più teli (o veli) in canapa. I diversi tessuti che si sono avvicendati nel corso dei millenni per la produzione delle tende da interno ed esterno sono stati soprattutto il cotone, la canapa, la lana, i broccati di seta, ovviamente tutte fibre naturali, ma con lo sviluppo tecnologico e la necessità di creare teli più resistenti, soprattutto per la produzione degli ombrelloni, le cose cambiano. La tenda da sole e l’ombrellone infatti rimangono esposti per lunghissimo tempo all’effetto degli agenti atmosferici e perciò possono deteriorarsi in fretta e altri fattori possono avere molta importanza: la vicinanza del mare con l’azione della salsedine, il vento, la pioggia, gli effetti negativi dello smog in un caffè del centro città… Si sono quindi affermate altre fibre: poliesteri, successivamente acriliche e poi materiali compositi ad alta resistenza e il vecchio cotone, benché fosse ottimo e resistente, ha lasciato il passo (anche se non ancora completamente) a questi tessuti con caratteristiche tecnologicamente avanzate. Acrilico, PVC, Teflon sono tutti materiali trattati con particolari accorgimenti che garantiscono quelle qualità che rendono i prodotti più idonei al loro impiego. Ecco alcuni esempi di tessuti utilizzati oggi per i teli degli ombrelloni: Oltre al tipo di materiale molto importanti inoltre sono 3 caratteristiche principali del tessuto dei teli di un ombrellone: - la densità che si calcola in funzione della sua grammatura per m² : più il telo è spesso più sarà resistenze e meglio proteggerà dai raggi del sole. - l'indice UPF (fattore di protezione ultravioletta): i tessuti anti-UV sono stoffe che offrono una determinata protezione dai raggi ultravioletti del sole, misurabile secondo il parametro UPF (Ultraviolet Protection Factor, fattore solare di protezione UV). Tale fattore è una stima della capacità di schermo del tessuto. Per esempio, per un tessuto classificato come UPF 30, si stima che su 30 unità di UV irraggiate soltanto una riesca a passare, e 29 siano schermate; l'efficacia sarebbe pertanto del 96.7%. UPF 15 – 24 Buono 93.3 – 95.9 % raggi UV schermati UPF 25 – 39 Molto buono 96.0 – 97.4 % raggi UV schermati UPF 40 – 50+ Eccellente 97.5 – 98+ % raggi UV schermati - l’impermeabilità e l’idrorepellenza: definiscono proprio il grado di resistenza all’acqua piovana, caratterizzata da una pressione compresa tra 1000 e 2000 millimetri. L’impermeabilità indica la capacità di impedire la penetrazione dell’acqua. Un tessuto viene cioè considerato impermeabile a partire da 2000 millimetri di resistenza. Per idrorepellenza, invece, si intende la capacità di resistere a piccole quantità di pioggia, comprese tra i 400 millimetri ai 1300 millimetri. Alla luce di tutte queste caratteristiche oggi tutte le aziende di Ombrellifici italiane e del mondo fanno a gara per adottare il tessuto di ultima generazione più avveniristico e all’avanguardia per garantire un’eccellente affidabilità in fatto di resistenza e protezione, associando sempre nuove idee per arricchire ed impreziosire i teli anche con colori e trame di design, buttando anche un occhio ormai all’importante tematica dell’impatto ambientale e dell’ecosostenibilità. Per il nostro ombrellone OMBRA DESIGN siamo pronti a soddisfare le richieste del Cliente più esigente ma per i nostri primi prototipi ci affideremo alla storia, alla sapienza e alla modernità dell’italiana PARA’ con il suo nuovo prodotto Tempotest® Starlight blue: un tessuto in PET riciclato e certificato GRS (Global Recycled Standard) per un minore impatto ambientale in termini di risparmio di acqua, energia e CO2. Continuiamo così a garantire sicurezza e bellezza!
Sin dall’antichità fino ai primi anni del 1400 le finestre delle abitazioni non erano realizzate con il costosissimo vetro ma bensì con delle tende costituita da un tessuto pesante: erano bande di tessuto imbevute nella resina di pino (trementina) attaccate ad una barra di ferro che svolgevano la funzione di riparare la casa dal freddo, dal vento e dal caldo.

